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Sono aperte le iscrizioni per il Color Correction Campus con Marco Olivotto che si svolgerà a Napoli nei giorni 7 e 8 maggio 2011.

[www.colorcorrectioncampus.com]

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VIDEO DI PRESENTAZIONE DEL CAMPUS

 

 

 

COS’È LA COLOR CORRECTION di Marco Olivotto

La color correction, o correzione del colore, è una materia ancora relativamente nuova in Italia in campo fotografico, mentre è ben radicata nel flusso di lavoro cinematografico. Il seguente breve articolo cerca di darne una definizione e di spiegare perché si tratta di un’operazione di estrema importanza in qualsiasi campo si abbia a che fare con delle immagini.

 

L'immagine che ha dato origine a "C'è vita su Marte?", uno dei più noti screencast di Marco Olivotto.

Quando ero al liceo, alla prima lezione di filosofia la nostra insegnante esordì dicendo che era difficile spiegare in cosa consistesse la sua materia. La paragonò a una via ferrata: chi non l’abbia mai percorsa ha difficoltà a capire cosa sia, ma chiunque ci si sia avventurato lo comprende immediatamente.

Credo che per la correzione del colore, o color correction, o CC come la chiamerò da qui in avanti, valga lo stesso principio: per capire in cosa consista, bisogna entrarci. Ma se proprio dovessi darne una definizione sintetica direi che si tratta di una serie di tecniche finalizzate a migliorare e ottimizzare un’immagine in base alle sue caratteristiche e alle condizioni di output.

La CC si prefigge quindi di risolvere problemi come la presenza di dominanti, la carenza di contrasto, lo sbilanciamento cromatico, l’allocazione non ottimale del range dinamico, la presenza di colori innaturali. Allo stesso tempo, permette di intervenire anche radicalmente su un originale modificando ad esempio il colore di certi oggetti, creando maschere di livello complesse e pressoché impossibili da realizzare a mano o semplicemente producendo un output in scala di grigi da un’immagine a colori. Inoltre si propone di ottimizzare un’immagine in base all’utilizzo che ne verrà fatto: è un’immagine per il web? per un catalogo che verrà stampato in tipografia? destinata alla stampa fine-art? Ognuna di queste condizioni di output è assai diversa dalle altre, e ognuna in linea di principio richiede una versione diversa dell’immagine.

Esiste dunque un lato puramente tecnico delle operazioni, che per essere ripetibili devono fondarsi su principi scientifici assodati; ma anche un lato più creativo in cui l’operatore, letta l’immagine dal punto di vista tecnico, decide quale metodo utilizzare per raggiungere il risultato che ha in mente.

La CC, quindi, non è post-produzione, non è ritocco, non è gestione del colore, non è prestampa: e tuttavia ha molto in comune con ciascuna di queste discipline. Anzi, spingendomi al limite potrei addirittura affermare che i principi della CC generano molte delle idee e delle tecniche che caratterizzano questi campi legati alla produzione di immagini.

La CC è parte integrante e imprescindibile del flusso di lavoro cinematografico, sia in pellicola che in video: praticamente non esiste un filmato che si possa definire professionale che non abbia subito un intervento di CC. Per ragioni culturali, invece, in fotografia le cose vanno diversamente. Soprattutto, la frattura prodottasi nei flussi di lavoro legati alla stampa tipografica quando comparve Photoshop e la vertiginosa affermazione del World Wide Web hanno prodotto una situazione in cui le idee e le tecniche della CC non sono ancora penetrate in profondità. Il paradosso è che è da ogni angolo si invocano tecniche adatte a intervenire sulle immagini, visto che in molti casi il livello qualitativo delle produzioni (soprattutto cartacee, ma non solo) è peggiorato nel tempo; ciononostante il campo della CC viene spesso sottovalutato in favore di plug-in “tuttofare” certamente interessanti che però nascondono i problemi, più che risolverli davvero.

Dal mio punto di vista è accaduto questo: quando la tecnologia digitale ha preso il posto di quella tradizionale, è mancato il momento di passaggio culturale tra coloro che operavano con le vecchie tecniche e coloro che si sono quasi ciecamente affidati al nuovo in base al discutibile principio “è digitale, quindi è migliore”. Alcuni principi assodati, basati su tecniche standard ma anche sul senso comune, sono saltati completamente e non sono stati rimpiazzati da nulla. È quindi urgente e fondamentale colmare questa lacuna.

Nel panorama internazionale forse l’unico trait d’union tra il “prima” e il “dopo” Photoshop è stato Dan Margulis. Egli è certamente colui che ha codificato e promosso la CC più di ogni altro. Io provengo dalla sua scuola, avendo frequentato entrambi i livelli (base e avanzato) dei suoi corsi ACT (Applied Color Theory), e dopo avere esaminato la maggioranza delle tecniche suggerite dagli esperti nei libri credo di poter affermare che nessun altro insieme di metodi è in grado di garantire gli stessi risultati, sia in termini qualitativi che di ripetibilità. Alla base di tutto c’è un passaggio fondamentale legato alla lettura e all’utilizzo degli elementi fondanti di qualsiasi immagine digitale, ovvero i suoi canali.

Per questo motivo, mentre in Italia è già presente una scuola che propone Margulis stesso come insegnante (si tratta di PS School, di Alessandro Bernardi, uno dei veri pionieri della diffusione culturale della CC in Italia), ho concepito assieme a Francesco Marzoli l’idea del CCC: il nostro Color Correction Campus è un momento formativo basato su una didattica agile ed efficiente, pensata per gruppi ristretti di allievi, che mira da un lato a introdurre i concetti fondamentali della CC e dall’altro a lavorare con le proprie mani nel minor tempo possibile. Il CCC si propone come livello d’entrata per chi voglia affrontare senza eccessivo sforzo le tecniche insegnate nei corsi ACT, che restano comunque il più nitido ed elevato riferimento per le stesse visto che i corsi sono tenuti da Margulis in persona, e ha l’ambizione di proporre oltre alle tecniche anche e soprattutto delle idee: o addirittura una visione, oserei dire, che porti finalmente gli utenti (fotografi, ritoccatori, operatori di prestampa – praticamente chiunque si trovi a lavorare con immagini digitali) a vedere il colore e la CC intesa nel senso più ampio del termine come un universo aperto piuttosto che chiuso. La fonte, insomma, da cui scaturisce ciò che più ci sta a cuore: un’immagine migliore.

 

Filosofia del CCC

(da un’idea di Francesco Marzoli e Marco Olivotto)

 

Innanzitutto, che cos’è un Color Correction Campus?

 È un momento formativo nel campo della color correction in Photoshop, ovvero le tecniche di ottimizzazione di colore, luminosità, contrasto e dettaglio delle immagini digitali. Non è un seminario e non è una classe, ma ha l’ambizione di situarsi a cavallo tra queste due modalità didattiche alternando momenti di spiegazione teorica a esercitazioni essenzialmente pratiche volte ad applicare immediatamente ciò che si è appreso.

 

Su quale metodo si basa questo approccio alla color correction?

 Essenzialmente si tratta delle tecniche di Dan Margulis, l’uomo che ha letteralmente inventato la color correction in Photoshop e che è riconosciuto come uno dei più grandi esperti viventi in materia di colore digitale. Il suo metodo “Color by the numbers” (ovvero, la lettura dei colori di un’immagine tramite i valori numerici della stessa), enunciato per la prima volta quasi vent’anni fa, rimane insuperato per eleganza e rapidità esecutiva. All’improvvisazione si sostituisce un flusso di lavoro basato sull’analisi dell’immagine, la pianificazione dell’intervento e la realizzazione dello stesso.

 

Chi è il docente?

 Marco Olivotto, laureato in fisica, è stato allievo di Dan Margulis nelle sue storiche classi ACT (Applied Color Theory), seguendo sia il corso base che avanzato. È autore della prima collana italianadi videocorsi sulla correzione del colore che abbiano dato una trattazione sistematica della materia e che sono stati pubblicati da Teacher-In-A-Box. Fa parte del Roberto Bigano Group (RBG) nel quale si occupa di sviluppo software sul versante dei plug-ins per Photoshop e di didattica. Ha redatto articoli per riviste come Applicando e, proveniendo curiosamente dal mondo della registrazione audio, ha una lunga esperienza didattica in questo campo. Diversi suoi video tutorial inerenti ad aspetti della color correction sono disponibili gratuitamente su internet. Infine, ha vinto in gruppo con Alessandro Bernardi e Daniele Di Stanio la sezione Tutorial dell’edizione 2009-2010 del contest AdobeYouGC, classificandosi al secondo posto nella sezione Demo. In quasi ogni edizione di CCC è previsto l’affiancamento di docenti di supporto esperti della materia che svolgeranno parte del programma, e spesso si tratta di esperti noti e stimati a livello nazionale.

 

Per quale categoria di professionisti è interessante la color correction?

 In pratica per chiunque lavori nel settore della grafica, tranne forse i pochi che non hanno mai a che fare con immagini fotografiche: per essi è una conoscenza marginale, per chiunque altro dovrebbe essere considerata fondamentale.

 

In quale momento del processo produttivo di un’immagine si situa la color correction?

 Dipende dai casi, ma certamente verso la fine, ovvero nella fase di post-produzione. Ci sono aspetti della color correction che possono influenzare le scelte su come sviluppare i files raw, ed altri volti essenzialmente all’ottimizzazione dell’immagine una volta che si siano definite le condizioni di output (es. web, stampa fotografica, stampa tipografica, etc.)

 

Perché in Italia si parla così poco di color correction?

 Perché siamo rimasti molto indietro, come spesso accade, rispetto ad altri paesi dove la rivoluzione digitale ha colto meno impreparati gli operatori del settore: fotografi, grafici, operatori di prestampa. Addirittura capita che da noi questa materia venga confusa con la gestione del colore (forse a causa della vaga assonanza del termine “correzione” con “gestione”), che è invece un aspetto fondamentale ma assai diverso del moderno flusso di lavoro basato su tecnologie digitali. Questo è un gravissimo errore, anche se va detto che chi conosce la color correction può facilmente comprendere, o comprendere meglio, i processi a monte della gestione del colore.

 

Com’è strutturato il Campus?

 Nell’arco di due giornate di otto ore effettive ciascuna, in cui i momenti di spiegazione si alternano con i confronti diretti con i partecipanti e l’individuazione del miglior percorso didattico possibile sulla base delle competenze e della preparazione di ciascuno.

 

Quali sono i pre-requisiti di base per partecipare?

 Semplicemente una conoscenza media di Adobe Photoshop in una qualsiasi delle sue versioni. I concetti esposti e le tecniche spiegate sono implementabili senza problemi anche su versioni molto vecchie del programma, in quanto i nuovi strumenti forniti dallo stesso, sia pure straordinari, non sono mai riusciti a eguagliare il flusso di lavoro individuato da Margulis negli ormai lontani anni ’90. È caldamente consigliato portare il proprio portatile con Photoshop installato, per una migliore applicazione in tempo reale dei concetti che vengono spiegati durante il Campus.

 

Cosa ci si può aspettare da questo Campus?

 L’acquisizione di nuove tecniche, ma soprattutto una riflessione su idee che spesso vengono trascurate e che possono invece gettare unaluce assolutamente nuova su cosa sia un’immagine per chi non le abbia mai incontrate. L’inizio di un percorso potenzialmente lunghissimo, insomma, che porta invariabilmente a una migliore comprensione e focalizzazione dei flussi di lavoro sia in campo fotografico, che nella post-produzione, che nella prestampa.

 

Il Color Correction Campus a Napoli - sabato 7 e domenica 8 maggio 2011

La sede del corso sarà Giu*Box Gallery, l’associazione culturale che dal 2007 organizza e sponsorizza progetti, mostre, workshop ed eventi a carattere creativo. L’organizzazione del corso è a cura di Antonio Pesacane e Michele Del Vecchio, art director di Giu*Box Gallery.

I docenti saranno Marco Olivotto (principale) e Antonio Pesacane (appoggio).

La quota di partecipazione è fissata in € 340,00 (+I.V.A. 20%). Per informazioni e iscrizioni: segreteria@colorcorrectioncampus.it.

La quota di partecipazione comprende l’accesso al campus, i materiali didattici (CD-ROM con immagini e dispense) e tre interazioni dirette post-corso con il docente principale.

Il programma di massima del corso è riportato qui di seguito.

Evento: Color Correction Campus – Napoli

Data: 7-8 maggio 2011

Presso: Giu*Box – Via Bonito 21/b – Napoli

Oggetto del corso: tecniche di color correction – livello base

 

Organizzatori: Antonio Pesacane / Michele Del Vecchio

Docente principale: Marco Olivotto

Docente d’appoggio: Antonio Pesacane

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PROGRAMMA

 

SABATO 7 maggio 2011

 

ore 9.00-9.15: [MDV] saluto dell’organizzatore e presentazione del corso e dei docenti

ore 9.15-9.30: [MO] introduzione agli argomenti del corso e loro importanza

ore 9.30-10.30: [MO] come si formano i colori: sintesi additiva e sottrattiva

 

ore 10.30-10.45: coffee break

 

ore 10.45-12.15: [MO] i canali come componenti fondamentali di un’immagine

 

ore 12.15-13.00: lunch break

 

ore 13.00-14.00: [MO] il metodo colore Lab e la lettura dei colori. colori noti e loro valori standard. valutazione delle dominanti.

ore 14.00-15.00: [MO] maschere di livello e il comando Applica Immagine. esempi di utilizzo.

ore 15.00-16.00: [MO] intervenire sui colori e sulla luminosità tramite lo strumento curve (RGB, CMYK, Lab).

 

ore 16.00-16.15: coffee break

 

ore 16.15-17.00: esempi di correzione di immagini con diverse problematiche.

ore 17.00-18.00: esercitazione comune

 

DOMENICA 8 maggio 2011

 

ore 9.00-10.00: [MO] altri strumenti di correzione (Tonalità/Saturazione, Correzione colore selettiva, etc.) e loro applicazioni.

ore 10.30-10.30: [MO] la maschera di contrasto

 

ore 10.30-10.45: coffee break

 

ore 10.45-11.45: [AP] i metodi di fusione utili nella color correction

ore 11.45-12.15: [MO] manipolare i canali tramite Applica Immagine e i metodi di fusione

 

ore 12.15-13.00: lunch break

 

ore 13.00-13.30: [MO] manipolare la struttura della luminosità (ombre/luci, sovrapponi invertito)

ore 13.30-15.00: [MO] mettere tutto insieme – la creazione di un flusso di lavoro

ore 15.00-15.45: [MO] correzione di due immagini scelte dai partecipanti per contest finale

 

ore 15.45-16.00: coffee break

 

ore 16.00-17.00: [MO] valutazione e discussione finale delle immagini.

ore 17.00-18.00: [MO] sessione aperta finale: domande e risposte

 

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