La
color correction, o correzione del colore, è una materia ancora
relativamente nuova in Italia in campo fotografico, mentre è ben
radicata nel flusso di lavoro cinematografico. Il seguente breve
articolo cerca di darne una definizione e di spiegare perché si
tratta di un’operazione di estrema importanza in qualsiasi campo
si abbia a che fare con delle immagini.
L'immagine
che ha dato origine a "C'è vita su Marte?", uno dei
più noti screencast di Marco
Olivotto.
Quando
ero al liceo, alla prima lezione di filosofia la nostra insegnante
esordì dicendo che era difficile spiegare in cosa consistesse la
sua materia. La paragonò a una via ferrata: chi non l’abbia mai
percorsa ha difficoltà a capire cosa sia, ma chiunque ci si sia
avventurato lo comprende immediatamente.
Credo
che per la correzione del colore, o color correction, o CC
come la chiamerò da qui in avanti, valga lo stesso principio: per
capire in cosa consista, bisogna entrarci. Ma se proprio dovessi
darne una definizione sintetica direi che si tratta di una
serie di tecniche finalizzate a migliorare e ottimizzare
un’immagine in base alle sue caratteristiche e alle condizioni
di output.
La
CC si prefigge quindi di risolvere problemi come la presenza di
dominanti, la carenza di contrasto, lo sbilanciamento cromatico,
l’allocazione non ottimale del range dinamico, la presenza di
colori innaturali. Allo stesso tempo, permette di intervenire
anche radicalmente su un originale modificando ad esempio il
colore di certi oggetti, creando maschere di livello complesse e
pressoché impossibili da realizzare a mano o semplicemente
producendo un output in scala di grigi da un’immagine a colori.
Inoltre si propone di ottimizzare un’immagine in base
all’utilizzo che ne verrà fatto: è un’immagine per il web?
per un catalogo che verrà stampato in tipografia? destinata alla
stampa fine-art? Ognuna di queste condizioni di output è assai
diversa dalle altre, e ognuna in linea di principio richiede una
versione diversa dell’immagine.
Esiste
dunque un lato puramente tecnico delle operazioni, che per essere
ripetibili devono fondarsi su principi scientifici assodati; ma
anche un lato più creativo in cui l’operatore, letta
l’immagine dal punto di vista tecnico, decide quale metodo
utilizzare per raggiungere il risultato che ha in mente.
La
CC, quindi, non è post-produzione, non è ritocco, non è
gestione del colore, non è prestampa: e tuttavia ha molto in
comune con ciascuna di queste discipline. Anzi, spingendomi al
limite potrei addirittura affermare che i principi della CC
generano molte delle idee e delle tecniche che caratterizzano
questi campi legati alla produzione di immagini.
La
CC è parte integrante e imprescindibile del flusso di lavoro
cinematografico, sia in pellicola che in video: praticamente non
esiste un filmato che si possa definire professionale che non
abbia subito un intervento di CC. Per ragioni culturali, invece,
in fotografia le cose vanno diversamente. Soprattutto, la frattura
prodottasi nei flussi di lavoro legati alla stampa tipografica
quando comparve Photoshop e la vertiginosa affermazione del World
Wide Web hanno prodotto una situazione in cui le idee e le
tecniche della CC non sono ancora penetrate in profondità. Il
paradosso è che è da ogni angolo si invocano tecniche adatte a
intervenire sulle immagini, visto che in molti casi il livello
qualitativo delle produzioni (soprattutto cartacee, ma non solo)
è peggiorato nel tempo; ciononostante il campo della CC viene
spesso sottovalutato in favore di plug-in “tuttofare”
certamente interessanti che però nascondono i problemi, più che
risolverli davvero.
Dal
mio punto di vista è accaduto questo: quando la tecnologia
digitale ha preso il posto di quella tradizionale, è mancato il
momento di passaggio culturale tra coloro che operavano con le
vecchie tecniche e coloro che si sono quasi ciecamente affidati al
nuovo in base al discutibile principio “è digitale, quindi è
migliore”. Alcuni principi assodati, basati su tecniche standard
ma anche sul senso comune, sono saltati completamente e non sono
stati rimpiazzati da nulla. È quindi urgente e fondamentale
colmare questa lacuna.
Nel
panorama internazionale forse l’unico trait d’union tra
il “prima” e il “dopo” Photoshop è stato Dan Margulis.
Egli è certamente colui che ha codificato e promosso la CC più
di ogni altro. Io provengo dalla sua scuola, avendo frequentato
entrambi i livelli (base e avanzato) dei suoi corsi ACT (Applied
Color Theory), e dopo avere esaminato la maggioranza delle
tecniche suggerite dagli esperti nei libri credo di poter
affermare che nessun altro insieme di metodi è in grado di
garantire gli stessi risultati, sia in termini qualitativi che di
ripetibilità. Alla base di tutto c’è un passaggio fondamentale
legato alla lettura e all’utilizzo degli elementi fondanti di
qualsiasi immagine digitale, ovvero i suoi canali.
Per
questo motivo, mentre in Italia è già presente una scuola che
propone Margulis stesso come insegnante (si tratta di PS School,
di Alessandro Bernardi, uno dei veri pionieri della diffusione
culturale della CC in Italia), ho concepito assieme a Francesco
Marzoli l’idea del CCC: il nostro Color Correction
Campus è un momento formativo basato su una didattica agile
ed efficiente, pensata per gruppi ristretti di allievi, che mira
da un lato a introdurre i concetti fondamentali della CC e
dall’altro a lavorare con le proprie mani nel minor tempo
possibile. Il CCC si propone come livello d’entrata per chi
voglia affrontare senza eccessivo sforzo le tecniche insegnate nei
corsi ACT, che restano comunque il più nitido ed elevato
riferimento per le stesse visto che i corsi sono tenuti da
Margulis in persona, e ha l’ambizione di proporre oltre alle tecniche anche
e soprattutto delle idee: o addirittura una visione,
oserei dire, che porti finalmente gli utenti (fotografi,
ritoccatori, operatori di prestampa – praticamente chiunque si
trovi a lavorare con immagini digitali) a vedere il colore e la CC
intesa nel senso più ampio del termine come un universo aperto
piuttosto che chiuso. La fonte, insomma, da cui scaturisce ciò
che più ci sta a cuore: un’immagine migliore.
Filosofia
del CCC
(da
un’idea di Francesco Marzoli e Marco Olivotto)
Innanzitutto,
che cos’è un Color Correction Campus?
È
un momento formativo nel campo della color correction in
Photoshop, ovvero le tecniche di ottimizzazione di colore,
luminosità, contrasto e dettaglio delle immagini digitali.
Non è un seminario e non è una classe, ma ha l’ambizione di
situarsi a cavallo tra queste due modalità didattiche alternando
momenti di spiegazione teorica a esercitazioni
essenzialmente pratiche volte ad applicare immediatamente ciò
che si è appreso.
Su
quale metodo si basa questo approccio alla color correction?
Essenzialmente
si tratta delle tecniche di Dan Margulis, l’uomo che ha
letteralmente inventato la color correction in Photoshop e che è
riconosciuto come uno dei più grandi esperti viventi in materia
di colore digitale. Il suo metodo “Color by the numbers”
(ovvero, la lettura dei colori di un’immagine tramite i valori
numerici della stessa), enunciato per la prima volta quasi
vent’anni fa, rimane insuperato per eleganza e rapidità
esecutiva. All’improvvisazione si sostituisce un flusso di
lavoro basato sull’analisi dell’immagine, la pianificazione
dell’intervento e la realizzazione dello stesso.
Chi
è il docente?
Marco
Olivotto, laureato in fisica, è stato allievo di Dan Margulis
nelle sue storiche classi ACT (Applied Color Theory), seguendo sia
il corso base che avanzato. È autore della prima collana
italianadi videocorsi sulla correzione del colore che abbiano
dato una trattazione sistematica della materia e che sono stati
pubblicati da Teacher-In-A-Box. Fa parte del Roberto
Bigano Group (RBG) nel quale si occupa di sviluppo software
sul versante dei plug-ins per Photoshop e di didattica. Ha redatto
articoli per riviste come Applicando e, proveniendo curiosamente
dal mondo della registrazione audio, ha una lunga esperienza
didattica in questo campo. Diversi suoi video tutorial inerenti ad
aspetti della color correction sono disponibili gratuitamente su
internet. Infine, ha vinto in gruppo con Alessandro Bernardi e
Daniele Di Stanio la sezione Tutorial dell’edizione 2009-2010
del contest AdobeYouGC, classificandosi al secondo posto nella
sezione Demo. In quasi ogni edizione di CCC è previsto
l’affiancamento di docenti di supporto esperti della materia che
svolgeranno parte del programma, e spesso si tratta di esperti
noti e stimati a livello nazionale.
Per
quale categoria di professionisti è interessante la color
correction?
In
pratica per chiunque lavori nel settore della grafica, tranne
forse i pochi che non hanno mai a che fare con immagini
fotografiche: per essi è una conoscenza marginale, per chiunque
altro dovrebbe essere considerata fondamentale.
In
quale momento del processo produttivo di un’immagine si situa la
color correction?
Dipende
dai casi, ma certamente verso la fine, ovvero nella fase di
post-produzione. Ci sono aspetti della color correction che
possono influenzare le scelte su come sviluppare i files raw, ed
altri volti essenzialmente all’ottimizzazione dell’immagine
una volta che si siano definite le condizioni di output (es. web,
stampa fotografica, stampa tipografica, etc.)
Perché
in Italia si parla così poco di color correction?
Perché siamo
rimasti molto indietro, come spesso accade, rispetto ad altri
paesi dove la rivoluzione digitale ha colto meno impreparati gli
operatori del settore: fotografi, grafici, operatori di prestampa.
Addirittura capita che da noi questa materia venga confusa
con la gestione del colore (forse a causa della vaga
assonanza del termine “correzione” con “gestione”), che è
invece un aspetto fondamentale ma assai diverso del moderno flusso
di lavoro basato su tecnologie digitali. Questo è un gravissimo
errore, anche se va detto che chi conosce la color correction può
facilmente comprendere, o comprendere meglio, i processi a monte
della gestione del colore.
Com’è
strutturato il Campus?
Nell’arco
di due giornate di otto ore effettive ciascuna, in cui i
momenti di spiegazione si alternano con i confronti diretti con i
partecipanti e l’individuazione del miglior percorso didattico
possibile sulla base delle competenze e della preparazione di
ciascuno.
Quali
sono i pre-requisiti di base per partecipare?
Semplicemente
una conoscenza media di Adobe Photoshop in una qualsiasi
delle sue versioni. I concetti esposti e le tecniche spiegate sono
implementabili senza problemi anche su versioni molto vecchie del
programma, in quanto i nuovi strumenti forniti dallo stesso, sia
pure straordinari, non sono mai riusciti a eguagliare il flusso di
lavoro individuato da Margulis negli ormai lontani anni ’90. È
caldamente consigliato portare il proprio portatile con Photoshop
installato, per una migliore applicazione in tempo reale dei
concetti che vengono spiegati durante il Campus.
Cosa
ci si può aspettare da questo Campus?
L’acquisizione
di nuove tecniche, ma soprattutto una riflessione su idee che
spesso vengono trascurate e che possono invece gettare unaluce
assolutamente nuova su cosa sia un’immagine per chi non le
abbia mai incontrate. L’inizio di un percorso potenzialmente
lunghissimo, insomma, che porta invariabilmente a una migliore
comprensione e focalizzazione dei flussi di lavoro sia in campo
fotografico, che nella post-produzione, che nella prestampa.
Il
Color Correction Campus a Napoli - sabato 7 e domenica 8 maggio 2011
La
sede del corso sarà Giu*Box Gallery, l’associazione
culturale che dal 2007 organizza e sponsorizza progetti, mostre,
workshop ed eventi a carattere creativo. L’organizzazione del
corso è a cura di Antonio Pesacane e Michele Del Vecchio, art
director di Giu*Box Gallery.
I
docenti saranno Marco Olivotto (principale) e Antonio Pesacane
(appoggio).
La
quota di partecipazione è fissata in € 340,00 (+I.V.A. 20%). Per
informazioni e iscrizioni: segreteria@colorcorrectioncampus.it.
La
quota di partecipazione comprende l’accesso al campus, i materiali
didattici (CD-ROM con immagini e dispense) e tre interazioni dirette
post-corso con il docente principale.
Il
programma di massima del corso è riportato qui di seguito.
—
Evento:
Color Correction Campus – Napoli
Data:
7-8 maggio 2011
Presso:
Giu*Box – Via Bonito 21/b – Napoli
Oggetto
del corso: tecniche di color correction – livello base
Organizzatori:
Antonio Pesacane / Michele Del Vecchio